#Ancona – Sinistri scricchiolii, cosi iniziò la frana Barducci il 13 dicembre 1982

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[GARD align=”center”]ANCONA-Frana Barducci 1982SINISTRI SCRICCHIOLII. L’immagine di una donna che corre disperata lungo la Flaminia, gli occhi spiritati, il figlioletto in braccio. E’ notte fonda, una serata uggiosa, fredda. Ancona si prepara al Natale. E’ pesante come un macigno il ‘regalo’ in arrivo per tre quartieri della città. Tra le 22 e 43 di quel lunedì 13 dicembre e le prime ore del martedì si compie uno dei drammi che hanno sconvolto la memoria storica e cambiato i connotati della città. Dalla collina denonimata ‘Montagnolo’ che domina Posatora parte un gigantesco smottamento che lungo il suo cammino travolge una parte di Posatora prima di arrivare a mare per cancellare definitivamente il Borghetto e segnare la Palombella. L’immagine che si trovano davanti i soccorritori alle prime luci dell’alba è molto simile all’Apocalisse. Le unghiate di un mostro che dalle viscere della terra ha deciso di ribellarsi a madre natura. Ore di angoscia, migliaia di persone scappano dalle loro abitazioni, centinaia di ammalati evacuati dai tre ospedali (Oncologico, Geriatrico e ospizio Tambroni) della collina di Posatora e trasferiti altrove. Qualcuno non tornerà più nella sua casa. IN POCHE ORE si è materializzata quella che passerà alla storia come la ‘Frana Barducci’. O meglio, la sua fase finale. I cittadini della zona, in effetti, con quella frana ci hanno convissuto a lungo. Tutti sapevano che il terreno, seppur lentamente, scivolava a valle e che prima o poi ci sarebbe stato il botto. Troppo tardi piangere sul latte versato. La disfatta in barba agli avvertimenti dei geologi, studi tecnici ignorati, costi sociali enormi. Che ancora paghiamo sulla nostra pelle. (Il Resto del Carlino del 2012)[GARD align=”center”]

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