L’ultima corsa del lupo amico dei terremotati…

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[GARD align=”center”]FAITOL’ultima corsa del lupo ibrido amico dei terremotati si è schiantata contro un treno sulla direttrice Roma-Ancona tra i boschi al confine tra Genga e Serra San Quirico. Una triste fine per l’animale che avrebbe dovuto essere catturato quando era ancora in vita per eseguire una serie di analisi sulla sua provenienza che invece verranno effettuate nelle prossime ore dall’Istituto zooprofilattico di Ancona. Più di qualcuno ha accolto la notizia con le lacrime agli occhi,perché ‘Faito’, al contrario di tanti ibridi – ovvero nati da un incrocio tra un lupo selvatico e un cane domestico – era ormai diventato una presenza costante nelle zone più colpite dal sisma, ovvero dal Maceratese alla Vallesina passando per l’entroterra fabrianese.

«Lo avevamo chiamato Faito – rivela l’ambientalista Stefano Fagiolo – perché circa tre mesi fa la sua presenza era stata notata a Canfaito. In quelle zone è rimasto abbastanza a lungo, per poi girovagare tra le aree boschive anche al ritmo di cinquanta chilometri al giorno». Da qualche settimana Asur e Forestale erano sulla sue tracce perché secondo la legge i lupi ibridi non possono rimanere in cattività. «Di norma – aggiunge Fagiolo che dalla sua Mondolfo molto spesso si è trasferito nel Maceratese per seguire gli spostamenti dell’animale – sono più aggressivi dei lupi classici, ma Faito era diverso. Aveva capito che molti di noi, compresi alcuni sfollati del sisma, gli portavano da mangiare e, pur non facendosi mai toccare, si avvicinava fino a un metro per ricevere il cibo».

La storia di Faito sarà anche al centro del libro che proprio Stefano Fagioloscriverà dopo aver scoperto il finale, ovvero capire la genetica dell’animale. «Non sappiamo ancora se è figlio di un incrocio tra un lupo e un cane cecoslovacco, oppure sia di una specie proveniente dal Nord America. Di sicuro ha avuto un padrone perché al collo indossava un collare antipulci. Forse non sapremo mai se il proprietario lo ha abbandonato o se è stato rilasciato volontariamente, ma in questi tre mesi nel suo percorso di libertà ha incrociato tante persone che non lo dimenticheranno» (Il Resto del Carlino)[GARD align=”center”]

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