Un volo di dieci metri dalla finestra di casa le costò la vita. Erano le 8 di mattina del 23 marzo 2013 e in un appartamento di Largo Europa, a Jesi, andò in scena una tragedia che fu subito classificata come suicidio. Per gli inquirenti, la depressione aveva portato la 42enne L.C. alla morte. Ora, a più di tre anni dalla tragedia, la procura riapre clamorosamente il caso, dando vita a nuove indagini su un’inchiesta chiusa forse troppo presto. Il pm Andrea Laurino si è già messo in moto. Ieri, i carabinieri di Jesi supportati dal reparto scientifico hanno effettuato un sopralluogo nella casa rimasta chiusa dal giorno in cui si è consumato il dramma.

I militari hanno eseguito tutti i rilievi necessari per cercare di fare chiarezza e capire cosa realmente sia successo quella mattina. E di fatto, si sa davvero poco.Nell’appartamento erano presenti Laura e suo figlio, allora 16enne. Lui stava ancora dormendo, in attesa di andare a scuola. Lei si stava preparando per raggiungere la banca dove lavorava. Prima di uscire di casa, qualcosa è andato storto. Secondo le prime indagini, la donna si era sporta dalla finestra del bagno con l’intenzione di farla finita. Dopo essere salita sul davanzale, cadde nel vuoto per dieci metri. Poi, il tonfo a terra, sull’asfalto. Era stata ritrovata in condizioni gravissime, ma ancora viva. La donna morì in ospedale verso le 17. In casa non fu trovato nessun biglietto che potesse spiegare l’estremo gesto. Molto strano per una donna che voleva porre fine alla sua vita e che doveva rendere conto a un figlio adolescente. La teoria della depressione non ha mai convinto i genitori della donna che si sono affidati all’avvocato Marina Magistrelli per chiarire i tanti punti oscuri attorno alla vicenda. Tra questi, la modalità della caduta della 42enne. Il medico legale Loredana Buscemi, consulente della famiglia della vittima, ha avanzato nella sua perizia dei dubbi sulle modalità con cui l’impiegata è precipitata a terra. Modalità che potrebbero non essere compatibili con il suicidio. Forse, non ha fatto tutto da sola. Forse, c’era qualcuno che l’ha indotta a buttarsi o, peggio, qualcuno che l’ha spinta oltre la finestra. Sono tutti quesiti su cui la procura dovrà fare chiarezza e che potrebbero far assumere al caso la forma dell'omicidio.
Fonte Il Messaggero