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Ha trascorso la notte, una delle più belle dell’anno, sospeso tra un manto di stelle e il mare cristallino del Conero.Hoel Yug, francese con passaporto italiano, non è nuovo a imprese da brividi. Ma questa è sicuramente una tra le più emozionanti. E’ arrivato a Portonovo, la baia incantata, nel tardo pomeriggio di sabato insieme a un gruppo di amici.

Prima del calare del buio, ha agganciato una grossa fune all’estremità dello scoglio della Vela, prima della Chiesa di S. Maria di Portonovo.

Lì il mare raggiunge una profondità di dodici metri. Il punto di immersione è dovuto alla forma dello scoglio che, visto in lontananza, ricorda la vela di un’imbarcazione. L’altro capo della fune è stato fissato all’estremità del costone roccioso. In prossimità dello scoglio, Hoel ha fissato un’amaca. «Passerò la notte qui, a guardare le stelle» ha detto agli amici che si era sistemati nella spiaggetta adiacente. Yug, che non è nuovo a imprese da equilibrista (basta guardare il suo profilo Facebook e la carrellata di foto per farsi un’idea delle sue imprese) non si è mosso di un millimetro.

E non ha avuto neanche per un secondo paura di poter finire con tutto il peso in acqua o peggio ancora su una roccia. «La paura non mi appartiene», ha detto agli amici e al fotografo anconetano, Matteo Naspetti che domenica notte, attorno alle 3, si era avventurato in quell’angolo di paradiso a Portonovo per fotografare quella meraviglia. Un tappeto di stelle a dominare un mare calmo e trasparente, in un luogo in cui sono la natura e la pace a regnare sovrane.  «Sono arrivato allo scoglio della Vela – racconta Matteo – e non volevo credere ai miei occhi. C’era quel ragazzo sospeso tra il cielo e il mare, accomodato su un’amaca. Stava riposando. Si è subito accorto di me. Abbiamo parlato».

Hoel ha raccontato di essere stato in posti meravigliosi, lontani dalla frenesia della civiltà. Tutti accomunati da un grande denominatore: la natura. A questo il francese aggiunge la sua particolare predilezione per il brivido. Ha fatto l’equilibrista sulle funi a piedi scalzi sospeso tra le rocce delle Dolomiti, si è avventurato nei boschi «volando» e dominandoli dall’alto. Equilibrismo, passione per il volo con il deltaplano, paracadutismo. «Ma la fune è la mia vita», ha detto parlando con il fotografo Naspetti che non smetteva di scattare. Yug ha scelto il Conero «perché questo è un posto incantato, dove il mondo sembra fermarsi». Per una notte insieme a lui ci siamo fermati tutti a sognare. (Fonte: Il Resto del Carlino)

 

 

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