[GARD align=”center”]ANCONA – Era il terrore dei proprietari di kebab, dove lo conoscevano come una testa calda, capace anche di improvvisare tentativi di rapina. «Dammi i soldi o ti taglio la gola». E sul suo profilo Facebook Kabli S., tunisino di 31 anni, dopo l’attentato di Berlino del 19 dicembre aveva pubblicato la foto di un lembo della bandiera nera del Califfato, dimostrando simpatie jihadiste. Attrazioni pericolose coltivate anche nei contatti con un connazionale rimasto in Tunisia, un estremista dell’Isis, a sua volta legato addirittura ad Anis Amri, l’attentatore del Tir lanciato contro il mercatino di Natale. Ce n’era abbastanza insomma per essere cacciati dall’Italia per motivi di sicurezza dello Stato, dopo aver trascorso diversi anni a Falconara, consumati in una vita randagia, dormendo dove capitava, persino nelle barche ricoverate in spiaggia, commettendo reati di piccolo spaccio e poi anche rapine, lesioni personali e violenza privata.
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Un volo per il rimpatrio
Ieri mattina, con un provvedimento firmato dal ministro dell’Interno Marco Minniti, il magrebino è stato espulso dal Cie di Torino e subito rimpatriato dalla frontiera aerea di Malpensa, con volo diretto a Tunisi.
I carabinieri di Falconara l’avevano rintracciato alla vigilia di Natale mentre vagava in centr. Kabli era destinatario di un provvedimento d’espulsione e così è finito al Centro di identificazione ed espulsione di Torino, il Cie di riferimento per le Marche, visto che nella nostra regione non ci sono ancora strutture del genere.
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