Banca Marche, parlano coloro che hanno perso tutto

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«Siamo cavie, presto scoppierà un bubbone che riguarderà almeno altre tre banche italiane e milioni di famiglie». Raffaele di Senigallia irrompe dalla platea dell’assemblea (foto) convocata da Federconsumatori, ieri pomeriggio, al Conero Break alla Baracccola. Tanti gli anziani, figli e nipoti di chi ha perso i propri risparmi. La famiglia di Raffaele ha perso ben 90mila euro in azioni Banca Marche, sottoscritte a poco a poco, in circa vent’anni. «I miei genitori – riferisce Raffale – mio padre in particolare ha ereditato le azioni da mio nonno, cliente della vecchia Cassa di Risparmio da quarant’anni, poi di Banca Marche. In banca si fidavano di direttori e dipendenti che conoscevano bene. Tutti i nostri progetti di famiglia – aggiunge Raffaele – ora sono saltati, svaniti nel nulla. In una sola notte. Di fatto la banca non è fallita, ma c’è stata una vendita coattiva».

«Mi hanno telefonato a casa – grida una signora anconetana – Hanno chiamato sia il direttore che il vicedirettore della nostra filiale di Ancona per consigliarmi azioni ‘sicure e redditizie’. Lo hanno fatto anche con l’ultimo aumento di capitale nel 2012. Dicevano che non erano quotate in borsa e dunque a rischio zero».

In platea c’è anche un ottantenne anconetano, ha perso 50mila euro in azioni, ma vuole restare in incognito: «Voglio solo dire che se tutelano gli obbligazionisti subordinati devono farlo con gli azionisti. Non possono escludere uno dei due, sarebbe discriminatorio». Poi c’è Giovanna, suo padre ha perso 15mila euro di obbligazioni subordinate, ma con Banca Etruria a Porto Sant’Elpidio: «Non l’ho ancora detto a mio padre malato, non so come dirglielo». Giovanni Alberto Mazzoni è anziano, ha perso 10mila euro, li aveva investiti assieme a sua moglie: «Avevamo pochi risparmi messi da parte nel tempo – spiega Mazzoni – Non ci avevano detto che erano a rischio, mia moglie era andata in filiale più volte anche negli ultimi mesi. La rassicuravano fino a quando, poco più di tre settimane fa, abbiamo scoperto che i nostri soldi erano scomparsi».

Andrea Chiapponi di Ancona punta il dito contro Banca d’Italia: «Voglio ricordare che quando ci hanno chiesto di sottoscrivere l’aumento di capitale in Banca Marche c’erano gli ispettori di Banca d’Italia la quale ha approvato quella ricapitalizzazione. Perché nel prospetto informativo dell’aumento di capitale non c’è scritto che la banca era sotto la lente di ingrandimento degli ispettori? Io e mia moglie ci siamo fidati e le abbiamo sottoscritte». E poi ancora: «Perchè le nostre azioni valgono zero? Solo perché lo hanno deciso in una notte con un decreto? – aggiunge Chiapponi – Quel decreto è incostituzionale perché non facciamo ricorso alla Corte Costituzionale?». Alessandro Quattrini viene da Senigallia, le azioni sono di suo padre, allettato, e di sua madre. Circa settemila euro. «Ci rassicuravano in filiale – racconta – Ci dicevano che le banche non falliscono e invece pare sia stato così, anche se in realtà la banca continua a vivere». (Il Resto del Carlino)

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