[GARD align=”center”]ANCONA – Nel quartiere piccolo la gente mormora. E allora è un attimo che certi gossip piccanti facciano il giro della città e rimbalzino fin dentro gli uffici della polizia municipale. Così, si è scoperto che in via Scrima c’era una cinese, peraltro clandestina, che esercitava il mestiere più antico del mondo nell’appartamento preso in subaffitto da un connazionale. E poi si è saputo che, girato l’angolo, in via Cristoforo Colombo, una ragazza romena praticava l’ars amatoria a pagamento, proprio come una sua collega connazionale che regalava momenti di felicità ad arzilli nonnetti di Pietralacroce: nei guai è finito il loro “manager”, anch’egli romeno.
Hanno gli occhi a mandorla le due signore, non più giovanissime, che offrivano prestazioni a prezzi stracciati alle Grazie, a due passi dal convitto delle suore: si accontentavano anche solo di 10 euro per rapporti mordi e fuggi. È di 5 denunce e 3 richieste di espulsione il bilancio dell’operazione chiusa dopo 8 mesi d’indagine dalla polizia municipale contro lo sfruttamento della prostituzione “indoor”. Sì perché vendere il proprio corpo in strada ormai è diventato troppo pericoloso: meglio farlo in casa, lontano da occhi indiscreti. Ma le chiacchiere corrono, c’è chi si vanta di certe prestazioni e chi decanta le doti di quella o quell’altra squillo, alla faccia della privacy. Per non parlare dei vicini che, stanchi dei continui viavai di giorno e di notte, ogni tanto alzano la cornetta e fanno partire le segnalazioni. Lo spaccato che emerge è di un quartiere, il Piano, sempre più hard. Qua e là spuntano case a luci rosse.
L’ultima alcova del sesso a pagamento è stata scoperta in via Scrima, a due passi da piazza Ugo Bassi: dentro i vigili ci hanno trovato un armamentario di sex toys, strumenti del piacere che una cinese di 44 anni utilizzava negli incontri piccanti con i suoi clienti. Pagava quasi 600 euro di subaffitto al mese al suo lenone, un 40enne cinese che a sua volta ne versava 420 al proprietario, un anconetano ignaro di tutto. Il protettore sabato scorso è stato denunciato per favoreggiamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina perché la squillo era irregolare e già raggiunta da un decreto di espulsione del prefetto di Pesaro. Non sapeva nulla, almeno così emerge dalle indagini, neppure il proprietario dell’appartamento di via Colombo, nei pressi dell’incrocio con via Mingazzini, dove una giovanissima romena, vent’anni appena, vendeva momenti di gioia a prezzi contenuti. (Corriere Adriatico) [GARD align=”center”]