Si converte per amore all’islamismo, si sposa ad Ancona con un uomo di origine giordana, ma dopo il matrimonio lui inizia a perseguitarla. Pedinamenti, appostamenti sul luogo di lavoro e una sola grande minaccia, quella di portarle via per sempre, in Palestina, la loro unica figlia. La vicenda di stalking è finita in un’aula di Tribunale. Sul banco degli imputati, un 52enne giordano che dal 2009 al 2012 avrebbe reso la vita impssibile alla sua ormai ex moglie, una 45enne anconetana.
Ieri, la donna ha ripercorso parte degli atti persecutori che la procura contesta al musulmano. Il giordano prima avrebbe iniziato a minare la vita della compagna con frequenti pedinamenti, poi sarebbe passato alle intimidazioni telefoniche. «Porto via la bambina e non te la faccio vedere più» avrebbe detto l’uomo durante una delle sue telefonate. Centinaia di chiamate che la donna, spaventata, iniziò a registrare e che ora sono raccolte in un cd al vaglio degli inquirenti. La 45enne ha anche riportato che in’occasione l’uomo le disse che sarebbe fuggito in Palestina con la figlia. Un biglietto che sarebbe stato di solo andata. Per la parte lesa, il 52enne, a cui ora è stata sospesa la potestà genitoriale, avrebbe inscenato anche un finto rapimento della piccola nel 2010. Nei prossimi mesi la sentenza. (Resto del Carlino)