Omicidio Ancona: il papà colpito anche a distanza ravvicinata

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ANCONA – Un’ispezione complicata e molto lunga, durata oltre quattro ore e mezza. Ma potrebbe non essere sufficiente perché il medico legale, il dottor Marco Valsecchi, ha chiesto ancora tempo e potrebbe disporre nuovi accertamenti per ricostruire esattamente la dinamica dei colpi che hanno trafitto Fabio Giacconi lo scorso 7 novembre.
Per questo l’autorità giudiziaria tratterrà ancora per qualche giorno la salma del sottufficiale dell’Aeronautica militare, morto dopo 25 giorni di coma per i colpi esplosi da Antonio Tagliata, il fidanzato della figlia.

Dunque, slitteranno probabilmente alla prossima settimana i funerali del 49enne che ha raggiunto in cielo la moglie Roberta Pierini, morta all’istante sotto la raffica di proiettili nel suo appartamento di via Crivelli. La perizia verrà consegnata al pm Andrea Laurino nelle prossime ore, ma dai primi riscontri non emergono elementi discordanti rispetto alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti sul luogo del delitto.

Giacconi è stato raggiunto da quattro proiettili, due al torace, uno all’altezza della spalla e l’ultimo nel distretto cranio-encefalico. Il colpo alla testa è stato quello letale.

Sarebbe stato esploso da distanza ravvicinata. E, come gli altri, mentre il maresciallo dell’Aeronautica rivolgeva le spalle al killer. Tagliata l’ha freddato mentre stava scappando in balcone, gridando: “Aiuto! Polizia!”, come hanno raccontato i vicini. Cercava un riparo dopo che il fidanzatino della figlia si era già accanito contro Roberta Pierini, uccisa con tre colpi.

Come confermato dall’autopsia, Tagliata ha giustiziato la donna con un colpo di grazia alla nuca, mentre già era riversa sul pavimento sanguinante. Non con la stessa precisione è stato trafitto Giacconi, ma l’esame autoptico andrà incrociato con i rilievi balistici dei Ris proprio per capire se il killer abbia voluto giustiziare anche lui o, come racconta, abbia reagito ad un tentativo di aggressione.

Il quadro non è chiaro e non si esclude, vista la dinamica, che Giacconi sia piombato in salotto in un secondo momento da un’altra stanza, quando ha sentito gli spari: forse Tagliata stava litigando con la madre della fidanzata per la love story che osteggiava quando, al culmine della discussione, le avrebbe sparato e poi, mentre il maresciallo si portava verso il balcone in cerca d’aiuto, avrebbe freddato anche lui, alle spalle.

Per una ricostruzione precisa, comunque, saranno necessari nuovi accertamenti da parte del medico legale poiché per oltre tre settimane Giacconi è stato sottoposto alle cure dell’équipe di Rianimazione che ha tentato di salvargli la vita. Dunque, occorrerà recuperare tutta la documentazione medica e la diagnostica strumentale per immagini, incluse le Tac nell’area cerebrale e toracica. (Fonte: Corriere Adriatico)

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