Aerdorica: 20 dipendenti a rischio lavoro

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AEROPORTO_ANCONA«Io sto ancora pagando 80 euro al mese per un accordo dell’era Belluzzi. Di sacrifici ne abbiamo fatti tanti, vogliamo la certezza dello stipendio. Rivendichiamo quello che è un nostro diritto». A parlare è un lavoratore di Aerdorica, con oltre 10 anni di servizio in aeroporto. Chiede di restare anonimo: nessuno vuole esporsi ora che il braccio di ferro con il cda della società aeroportuale è diventato una guerra, specie dopo che venerdì i vertici di Aerdorica, sfumato l’accordo per la cassa integrazione, hanno annunciato la mobilità (si parla di 20 esuberi) con un foglio A4 affisso in bacheca.
Ieri l’annuncio degli esuberi è stato tolto dalla bacheca e i lavoratori in servizio, pur in numero ridotto visto che la domenica i voli si diradano, si sono dimostrati compatti contro l’accordo. «Abbiamo accumulato quasi tre stipendi arretrati – dicono tre lavoratori – e molti di noi hanno difficoltà anche a raggiungere il posto di lavoro, perché non hanno i soldi per il carburante. Non possiamo più aspettare». Quanto alla cig, «per alcuni settori non regge: molti di noi, in estate, garantiscono 40 ore di straordinario. Può andare bene per i quadri, che hanno stipendi di 2.500 euro al mese e ne prenderebbero l’80 per cento senza lavorare». La minaccia di licenziamenti non sembra aver scalfito lo spirito combattivo dei dipendenti, anzi sembra aver esacerbato gli animi. «Da giorni aspettiamo la convocazione del prefetto per dichiarare lo sciopero».
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«Le posizioni di lavoratori e azienda sono molto distanti – spiega Giorgio Andreani della Uil – e abbiamo ricevuto un mandato chiaro dai dipendenti. Quando parliamo delle difficoltà dei lavoratori non facciamo demagogia». «C’è gente che non ha da dare da mangiare ai propri figli – aggiunge Fabrizio Fabbietti –. Non diciamo no a priori alla cassa integrazione, ma se sigliamo l’accordo a queste condizioni l’assetto dell’aeroporto resterà lo stesso. A fronte dei sacrifici chiesti, il cda non rinuncia ai suoi 240mila euro». Chi invece preme per un accordo subito è la Cisl: «La situazione è grave – dice Marco Ferracuti –, sono necessarie misure di risparmio per pareggiare il bilancio, altrimenti rischiamo di perdere la concessione. Questo non significa rinunciare alle rivendicazioni su arretrati e adeguamenti contrattuali, che vanno pretesi anche con gli scioperi». La Cisl ha convocato i suoi iscritti per domani. Interviene sulla vicenda anche il deputato Pd Lodolini: «Situazione gravissima, comunicata con una fredda e cinica modalità (in bacheca) che rischia di mettere davvero in difficoltà famiglie, già fortemente provate dalla situazione lavorativa critica del settore, e che deve essere risolta quanto prima».

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