Le vasche di espansione per mettere in sicurezza il fiume Aspio? Un cantiere fermo con un cartello sbiadito all’ingresso, mentre nella memoria di tanti c’è ancora quella mattina di dieci anni fa in cui la Statale 16 si trasformò in un fiume limaccioso. In due ore cadde la pioggia di un mese. Vennero evacuate le scuole, gli operai in ostaggio nelle fabbriche furono salvati con gli elicotteri e i mezzi anfibi dei vigili del fuoco, il fango travolse case e aziende a Camerano, Castelfidardo, Offagna, Osimo, Falconara.
La linea ferroviaria restò ferma per 9 ore. Non ci furono vittime, ma diverse famiglie furono costrette a lasciare la propria abitazione. In ginocchio le aziende del distretto manifatturiero e commerciale. Per la messa in sicurezza del territorio, tra manutenzione e opere straordinarie per contenere i fiumi, tra cui l’Aspio vennero stanziati a livello ministeriale 11 milioni di fondi, arrivati a quanto pare solo nel 2011. Quanto alla manutenzione ordinaria un dato: nel 2014 la provincia di Ancona aveva per tutti i fiumi a disposizione appena 122 mila euro. Ora, neanche quelli. Per le opere idrauliche in grado di contenere la portata dei corsi lo stop sarebbe arrivato con la riforma del Rio per le province e la successiva legge regionale. A Castelfidardo, fatta la gara d’appalto, il progetto esecutivo, verificato il progetto e approntati i decreti di esproprio. A Osimo e Falconara non c’è stata nemmeno l’apertura delle buste. Tutto si è poi fermato nel ginepraio delle competenze da riassegnare e le convenzioni da stipulare tra Regione e Provincia di Ancona.
Fonte EtvMarche