Diciotto anni compiuti ad agosto, incensurato, nato a Durres, in Albania. Da alcuni mesi ospite di un parente al quartiere Figuretta. Un ragazzo all’apparenza tranquillo, frequentatore assiduo di Porta Marina. Per i carabinieri di Castelfidardo è lui l’aggressore della giovane mamma romena che lunedì sera, prima di rivolgersi spaventata in caserma, ha denunciato l’accaduto su Facebook. Ad incastrarlo sono state le telecamere di sorveglianza comunali disseminate nel centro storico.
Le immagini raccolte dalla polizia locale, e visionate ieri mattina dai militari dell’Arma, non lascerebbero dubbi. Immortalano l’albanese che, tenendosi a una certa distanza, segue la ragazza di 26 anni, sposata dal 2014 e madre di una bimba di due anni e mezzo, spostandosi da piazza della Repubblica lungo via XVIII Settembre. Poi oltrepassa l’arco di Porta Marina, i giardini di piazzale don Minzoni e prosegue verso via Matteotti, mentre la giovane imbocca a piedi via Battisti per raggiungere l’auto lasciata in sosta davanti alla parrucchieria. È qui che l’avrebbe sorpresa alle spalle, dopo essere salito dalle scalette interne al loggiato fino all’ingresso della Banca Popolare.La 26enne aveva appena sistemato la figlia nel seggiolino «quando - ha raccontato - qualcuno da dietro mi mette una mano sulla bocca e un’altra sul sedere e comincia a stringermi la gola. All’inizio ho pensato fosse uno scherzo ma vedendo che stringeva sempre più forte ho cominciato ad urlare. Lui, spaventato, scappa via e mi spinge in avanti. Io cado a terra e sbatto il ginocchio. L’unica cosa che ho visto è che aveva la maglia tirata sul viso e il cappuccio in testa. Ho cominciato a piangere e a chiedere aiuto».A soccorrere la ragazza è stato un 37enne marocchino residente da oltre dieci anni in città. Stava fumando una sigaretta davanti al Ten Cafè quando ha sentito la giovane mamma gridare. Non ha esitato un istante ed è corso in suo aiuto. «Era appena passata con la bambina davanti al bar e ci eravamo salutati – riferisce il 37enne -. All’improvviso ho sentito urlare. Mi sono precipitato verso la sua macchina e ho visto una figura allontanarsi». Purtroppo non è stato in grado di riconoscerla. C’è però un testimone, un 41enne del posto, che avrebbe notato i movimenti del presunto aggressore e fornito elementi utili alle indagini. Serviva solo un nome da abbinare al volto che era stato ripreso, nitidamente, dalle telecamere. E già martedì sera, a 24 ore dall’accaduto, i carabinieri avevano risolto il caso. Anche grazie alla collaborazione della polizia locale.
Fonte Corriere Adriatico