Italo D’Angelo smonta la ricostruzione della giunta e attacca sulla sicurezza.Controlli su tutto il palazzo comunale e coinvolgimento dell’Asl che a sua volta interesserà anche l’Arpam. E’ questo il percorso tracciato dalle sigle sindacali che rappresentano i lavoratori del Comune di Ancona sulla possibile presenza di amianto a Palazzo del Popolo. Nel pomeriggio di martedì circolavano voci circa l’esito negativo dell’indagine effettuata dal Comune ma niente di confermato nelle ore successive. Solo molti dubbi legati anche ai punti in cui sono stati effettuati i prelievi, che per alcuni lavoratori potrebbero essere stati effettuati su punti differenti.
Nel frattempo però con un documento ufficiale Cgil, Cisl e Uil chiedono «una rigorosa verifica dell’immobile principale e degli altri che hanno avuto interventi post-terremoto 1972 per tranquillizzare lavoratori e utenza». Ma non solo. «Il delicato tema dell’amianto nella sede di Ancona presuppone da parte dell’ente comunale estrema attenzione del rispetto della normativa ed in particolar modo del testo unico in materia di sicurezza, che stabilisce precise regole da seguire in presenza di polveri da amianto. Va dunque effettuata – scrivono – una attenta valutazione del rischio legata al potenziale rilascio di fibre nell’aria nei locali che hanno riportato danneggiamenti dall’evento sismico». Il sindacato chiede il massimo coinvolgimento dei lavoratori nelle operazione di tutela, verifica e analisi della situazione, e in seguito ai risultati «il datore di lavoro dovrà valutare attentamente i rischi dovuti alla polvere proveniente dall’amianto per stabilire le misure preventive e protettive; mentre i lavoratori dovranno avere copia del verbale delle operazioni di prelievo». Per Luca Talevi (Cisl) «è interesse di tutti definire tecnicamente la situazione quanto prima. Negli anni ‘70, come purtroppo noto, con l’amianto si faceva di tutto e la conoscenza del fenomeno e di come eventualmente contenerlo è prioritaria per evitare altri casi come quelli vissuti negli anni scorsi con la vecchia sede della Provincia». Consigliere D’Angelo, le sue insistenze sulla richiesta di controlli post-terremoto le hanno dato ragione. Amianto o no, Palazzo del Popolo ha bisogno di verifiche? «Mi pare proprio di sì. Quando chiesi la convocazione di un consiglio comunale dedicato al terremoto e quando sollecitai l’Amministrazione a prendere provvedimenti urgenti a tutela del patrimonio pubblico e privato, oltre che le provvidenze a favore dei cittadini sfollati, non l’ho fatto per esibizionismo o per voglia di stuzzicare continuamente il Comune ma perché realmente c’era bisogno di fare una ricognizione che non credo sia stata fatta in modo completo. E i fatti lo hanno dimostrato». Da qui il caso dell’amianto in Comune, fuoriuscito proprio a seguito delle crepe create dalle ultime scosse. In questa storia sembrano esserci dei punti che non tornano, anche se è d’obbligo attendere l’esito delle verifiche che farà l’Amministrazione. Quali sono i punti d’ombra? «Innanzitutto va precisato che le segnalazioni che fecero i dipendenti non risalgono alla settimana scorsa ma al 27 di ottobre, quindi un mese fa, come pure la denuncia che fece la Rsu. Perché ignorarli?».Il metodo ‘fai da te’ dei rilievi però non è da protocollo. Non le sembra?.«Se è per questo anche la repertazione del Comune per la controverifica è stata fatta da alcuni dipendenti comunali. Non mi sembra che sia venuto un soggetto terzo, un rappresentante di una ditta specializzata a prelevare una porzione di quei calcinacci. Vedendo le foto del prelievo di ieri notiamo una borsa della spesa per raccogliere i pericolosi reperti, una scala del tipo delle pulizie di casa e due dipendenti (e non esperti) all’opera di raccolta, di cui uno privo di mascherina. Questo in assenza delle stesse Rsu invitate a prendersi le ferie». Lei sostiene che il palazzo comunale è privo del certificato di prevenzione incendi. Ci spiega la questione? «Solo il cortile interno, dopo quarant’anni di posteggi selvaggi da parte di dirigenti e amministratori che ostruivano la via di fuga, è stato messo a norma con posteggi limitati e delimitati solo dopo la denuncia ai vigili del fuoco e alla Procura da parte dei Rls, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Come vede si lavora sempre in extremis. Non c’è niente di programmato».Ci sono poi i cornicioni esterni e le balaustre. In che stato sono?.«La Camera di Commercio, per la parte di sua competenza, ha consolidato le parti non sicure. Possibile che in Comune tutto fili liscio come l’olio? E per quanto riguarda le balaustre, le due interne non sono a norma, ma questo lo sappiamo da una vita».Cosa rimprovera all’Amministrazione?.«Un atteggiamento poco serio che non dà risposte ad una problematica così delicata che coinvolge la vita delle persone. Non siamo propensi a diffondere allarmismi, ma neanche a farci prendere in giro. Siamo rammaricati perché ancora una volta, a fronte di un atteggiamento responsabile da parte delle opposizioni che hanno cercato un colloquio con la maggioranza, l’Amministrazione Mancinelli risponde con una superficialità che denota scarso rispetto delle persone e una arroganza inaccettabile».
Fonte Resto Del Carlino