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Testimonianza choc in aula, l'incubo è durato 18 mesi; lei era minorenne.Per diciotto mesi l’avrebbe costretta a subire atti sessuali per poi, inoltre, filmarla durante il rapporto. A ciò si sarebbero aggiunte minacce e aggressioni verbali. In alcune occasioni, infine, per assicurarsi il rapporto sessuale, l’avrebbe fatta ubriacare in maniera tale da renderla ‘consenziente’ alle proprie richieste a luci rosse. Un modo per garantirsi dunque una ‘resistenza’ minore e la facilità di perseguire il proprio scopo.

E’ la vicenda che ha visto protagonisti due giovani di Senigallia: una ragazza, minorenne all’epoca dei fatti, e un maggiorenne finito a processo per violenza sessuale, lesioni, minacce, stalking, e pornografia minorile.Difesi rispettivamente dagli avvocati Claudia Vece e Corrado Canafoglia. Episodi che sarebbero avvenuti nel 2015 ma ieri, nel tribunale di Ancona, la vicenda è stata ripercorsa ascoltando le versioni dei due ragazzi e le testimonianze degli amici di lei. Testimonianza concitata quella della giovane, che ha ripercorso tutto quel periodo di vicissitudini. Un rapporto tra i due, inizialmente fidanzatini, che con il trascorrere del tempo si sarebbe fatto sempre più morboso da parte del ragazzo al punto che spesso lui l’andava a prendere a scuola solo per poterle fare scenate di gelosia in pubblico, umiliandola di fronte ai compagni di classe con insulti e minacce. Rapporti sessuali che venivano registrati sul telefonino, tenuti in memoria senza essere cancellati, e che sarebbero potuti diventare anche un motivo di ritorsione per lei.La ragazza spesso, secondo l’accusa, veniva infatti spogliata contro la propria volontà e si prestava al volere del giovane per paura che i video potessero essere diffusi e che le scenate di gelosia potessero ripetersi di fronte agli amici o in luoghi pubblici, come già era accaduto. Accuse che il ragazzo, ora ai domiciliari, respinge completamente affermando che tutti i rapporti erano invece consenzienti. Un incubo, inoltre, che sembrava non finire fino a quando lei non ha deciso di lasciarlo. Una decisione che ha però peggiorato la già difficile situazione che stava vivendo. Un rifiuto che il ragazzo, secondo l’accusa, non accettava e, proprio per questo motivo, ecco che ulteriori e più gravi minacce si sarebbero aggiunte provocando nella ragazza una situazione di stress psicologico. Richieste di appuntamenti notturni per ‘parlare’, messaggi sul telefonino, telefonate e insulti. In tutto ciò, però, gli amici della giovane non si sarebbero accorti di nulla non notando particolari cambi di comportamento. Il processo è stato rinviato al 21 settembre.
Fonte Resto Del Carlino

 

 

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