Il palazzo di via Sant’Agostino a Camerino. Cinque piani, quattordici appartamenti. Le ruspe oggi sono al lavoro. Demolizione, abbattimento. Sono termini che vengono “bocciati” dai Vigili del Fuoco. Nell’emergenza, con le mani tra la polvere, parlano piuttosto di “smontaggio”. Perché quella era la casa di tante persone, prima del 30 ottobre. Ci sono segni di vita, ricordi e averi ancora intrappolati all’interno. Anche nelle parole c’è una sorta di empatia rispettosa che ormai è una legge collettiva dei professionisti del soccorso. Dopo i crolli pieni di dolore ad agosto per i 51 morti dell’Ascolano, la stima di chiusura della prima fase dell’emergenza puntava a fine ottobre.

Proprio quando la scossa da 6,5 e le due di avvertimento di quattro giorni prima hanno messo di nuovo tutto in discussione. I vigili del fuoco: 1000 in organico nelle Marche, 200 al lavoro ogni giorno. Dopo il sisma hanno raddoppiato il turno, in aiuto i colleghi dalle altre regioni, tanto da arrivare a squadre da quasi 1000 prima e 800 ora, nel cratere di sisma marchigiano. Dal 24 agosto, dall’inferno di Arquata del Tronto, dove sabato verrà celebrata Santa Barbara, la patrona dei Vigili del fuoco, alla presenza del capo nazionale Gioacchino Giomi e del sottosegretario di Stato Gianpiero Bocci, sono stati svolti quasi 50 mila interventi nelle Marche: salvataggio delle persone, recupero dei beni, delimitazione delle zone rosse, ripristino della viabilità, recupero dei beni artistici. Ugo Bonessio, 65 anni, attualmente il vigile del fuoco più “anziano” d’Italia, saluterà domani. Ha iniziato 38 anni fa con il terremoto dell’Irpinia, conclude con quello delle Marche, da comandante regionale. Il lavoro continua, sarà senza sosta fino a primavera, con tutta probabilità. Sono stati giorni di lavoro e fatica per soccorritori, in cui brilla ancora il miracolo di Pescara del Tronto della piccola Giorgia, salvata 16 ore dopo il sisma, come i tanti semplici grandi gesti dei Vigili del fuoco: il recupero di un triciclo restituito dal garage pericolante ad un bambino, come quello delle foto di famiglia rimaste in una casa segnata dalle scosse. Testa, dunque intelligenza ma anche corpo, braccia e gambe per scattare. E cuore, dice il comandante Bonessio, riconoscendo nella sensibilità la terza gamba del professionista del soccorso.
Fonte EtvMarche