Se la morte non conosce crisi, anche per le onoranze funebri sono tempi difficili. Specie nelle Marche, dove recentemente è stata approvata in Consiglio regionale la modifica del regolamento riguardante le sale del commiato che d’ora in avanti dovranno essere distanti almeno cento metri dalle civili abitazioni ed esercizi commerciali. Un provvedimento che rischia di penalizzare le imprese funebri intenzionate a procedere con i lavori, con investimenti anche importanti, ma fondamentali per continuare a fornire un servizio alle famiglie.
Specie nelle Aree vaste 1 e 2, dove dal 2014 le persone decedute presso le abitazioni private, non vengono più accolte dai presidi ospedalieri o camere mortuarie comunali per “carenze tecniche, problemi organizzativi e mancanze di strutture”. Dove mettiamo i morti? Si chiedono gli impresari funebri che si trovano ogni giorno a rispondere alle esigenze delle famiglie nel momento più difficile. L’unica soluzione per chi non può allestire la camera ardente nella propria abitazione è dunque rivolgersi all’agenzia che fornisce anche il servizio di sala del commiato. Mancano infatti obitori o depositi di osservazione comunali che le amministrazioni dovrebbero disporre, rendendo gratuito il servizio anche per le famiglie. Si aggiungono inoltre i problemi sulle tempistiche delle visite necroscopiche (dalle 15/30) ore che risultano differenti da un’Area vasta all’altra), per poter poi procedere alla vestizione del caro estinto con non pochi disagi per la famiglia. Questo è il quadro in cui si inserisce l’incontro dedicato alle problematiche del settore funebre marchigiano, con le varie federazioni nazionali FEDERCOFIT , EFI e FENIOF con la presenza di Giovanni Caciolli, segretario nazionale Federcofit, Gianni Gibellini, presidente EFI e Luca Tabossi, consigliere nazionale FENIOF, per il prossimo venerdì 7 aprile alle 17 presso il Klass Hotel di Castelfidardo. Invitate più di 200 imprese funebri delle Marche. “La nostra vera sconfitta è non riuscire ad accontentare le famiglie nel momento più delicato, dovendo fare i conti con una burocrazia schizofrenica che non conosce i tempi del dolore”, dice Piero Paci, impresario funebre e promotore dell’incontro.
Fonte EtvMarche