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Si aggrava la posizione dei 16enni, ora sono accusati di 5 roghi. E loro spiegano perché l'hanno fatto.«GIocavamo ad accendere roghi perché ci annoiavamo». Questo, in sostanza, è quanto hanno ammesso alcuni dei quattro 16enni indagati per il rogo scoppiato il 21 giugno nel parco Fiorini di Posatora, ad Ancona, che ha divorato due ettari di vegetazione e ha messo a rischio le abitazioni del quartiere sottostante, tenendo impegnati per cinque ore i vigili del fuoco.

Il punto sulle indagini è stato fatto ieri dal procuratore Giovanna Lebboroni della procura per i minorenni, dal questore di Ancona Oreste Capocasa, dal capo della Squadra mobile Carlo Pinto e dall’ispettore superiore Tiziana Maccari.Per i ragazzi l’accusa, inizialmente di incendio colposo, è diventata di incendio doloso: dopo gli interrogatori di martedì e mercoledì è emerso che agivano proprio per appiccare un incendio, forse convinti che sarebbero riusciti a tenerlo sotto controllo. Uno ha raccontato dell’angoscia provata quando, invece, nel parco di Posatora le fiamme si sono alzate e diffuse in un lampo. «Ho avuto tanta paura e mi sono messo a piangere», ha detto agli agenti della Squadra mobile, che hanno condotto le indagini coordinate dalla procura per i minorenni delle Marche.Gli investigatori, con un’indagine lampo, hanno attribuito ai ragazzini, tre residenti a Posatora, uno trasferitosi lontano dal quartiere da circa un anno, anche altri quattro incendi appiccati tra il sette e il 21 giugno tra l’area del centro abitato e l’ex parco dei Saveriani, dove sono stati dati alle fiamme due cassonetti, una panchina e un ulivo. In un caso, hanno spiegato gli investigatori, le conseguenze avrebbero potuto essere anche più gravi rispetto a quanto accaduto al parco Fiorani: avevano infatti incendiato un contenitore per la carta, a poca distanza da condomini e da un campo di grano. I vigili del fuoco hanno domato le fiamme prima che si propagassero.Sui luoghi dei roghi gli investigatori della questura di Ancona hanno trovato elementi (in un caso un accendino) che riconducono allo stesso gruppo, ma i ragazzi hanno comunque ammesso la loro responsabilità anche per i quattro incendi precedenti il 21 giugno. Erano stati proprio gli adolescenti a farsi avanti in Questura nel pomeriggio successivo a quella notte di fuoco: uno si era confidato con il padre, che poi aveva avvertito gli altri genitori. In ogni caso gli investigatori della Mobile, poche ore dopo l’incendio, avevano già stabilito il ‘giro’ frequentato dagli autori dell’incendio e li avrebbero identificati di lì a poco. «Parliamo di fatti gravissimi – ha spiegato ieri il procuratore Lebboroni – perché per due ore le fiamme sono state fuori controllo e hanno rappresentato un pericolo concreto per le abitazioni e per uno stabilimento balneare».La sinergia tra procura per i minorenni e questura, come ha spiegato il questore Capocasa, ha permesso anche di individuare i sei ragazzini, uno dei quali non imputabile perché non ha ancora compiuto 14 anni, responsabili di roghi e danneggiamenti avvenuti tra il 14 maggio e il 16 giugno a Portonovo. I giovani saranno ascoltati la settimana prossima, ma avrebbero già fatto le prime ammissioni.
Fonte Resto Del Carlino

 

 

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