A quanto sembra la donna aveva rifiutato di consegnare anche il bimbo ai servizi sociali per le visite.Visite negate al figlioletto dall’ex compagna la quale avrebbe mentito al bambino, dicendogli che il padre era morto. Della circostanza, negata dalla difesa, ha parlato proprio la parte offesa nel processo in cui una donna di 45 anni, residente nel Senigalliese, è accusata di sottrazione di minore.

A denunciarla l’ex compagno, sentito dal Tribunale di Ancona, che lamentava il mancato rispetto del diritto di visita.La vicenda è molto articolata. L’imputata, difesa da Raffaele De Lillo, e l’ex compagno, 52 anni, residente nell’Anconetano, avevano avuto una breve relazione terminata nel 2008. Nei mesi successivi, la donna aveva scoperto di essere incinta ma lui le aveva detto di non volerne sapere nulla. Tramite il giudice, però la donna gli aveva imposto il test di paternità che lo aveva riconosciuto come padre del bambino nato nel 2009.Dopo diversi mesi, l’uomo aveva rivendicato la possibilità di vedere il figlio nonostante la contrarietà della mamma a causa del precedente ‘abbandono’. Le visite poi erano state accordate sotto la supervisione dei servizi sociali. Il clima non era positivo tra i due genitori e, per un lasso di tempo, la donna aveva rifiutato di consegnare il bimbo ai servizi sociali per le visite, sostenendo che il piccolo usciva piuttosto agitato dagli incontri. Da lì la denuncia in Procura e le accuse che il giudice dovrà valutare. La difesa sostiene l’insussistenza di qualsiasi addebito, ritenendo che si possa parlare, eventualmente, di un mancato rispetto di un ordine del giudice e non certo di sottrazione di minore al padre. Il processo proseguirà l’8 novembre.
Fonte Resto Del Carlino