Caporalato in Vallesina, il 37enne è stato arrestato.Caporalato in Vallesina: arrestato dai carabinieri per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro 37enne pakistano da tempo in Italia, accusato di sfruttare come braccianti agricoli rifugiati politici e richiedenti asilo. Un vero e proprio sfruttamento perché i lavoratori, nove giovani tra i 20 e 25 anni tutti pakistani, utilizzati per lo più per la raccolta dell’uva vivevano in giacigli di fortuna, tra topi e immondizia, in due case diroccate una a Santa Maria Nuova l’altra a Staffolo, affittate dal pakistano titolare di una ditta individuale con sede legale a Santa Maria Nuova e trasformata abusivamente in vera e propria agenzia di lavoro.

Ora il pakistano che riforniva di manodopera due aziende agricole denunciate anch’esse per non aver accertato la regolarità delle maestranze ha beccato un sanzione di 14mila euro, si è visto sospesa l’attività e adesso rischia dai 5 agli 8 anni di reclusione.I rifugiati politici costretti a vivere in condizioni igieniche a dir poco precarie erano costretti a versare al pakistano anche vitto e alloggio per un totale di cento euro al mese. Secondo la ricostruzione dei militari della stazione di Staffolo, diretti dal luogotenente Pasquale Cerfolio e quelli del nucleo ispettorato del Lavoro di Ancona e della compagnia di Jesi venivano pagati, per lo più senza contratto né busta paga, non 9 euro come previsto dal contratto nazionale ma 7, di cui solo 5 finivano nelle tasche dei braccianti. Sequestrato il furgone utilizzato dal pakistano per trasportare i giovani suoi connazionali nei campi della Vallesina, lui è stato condotto dai militari al carcere di Montacuto a disposizione dell’autorità giudiziaria. Denunciato anche un 35enne pakistano accusato di essere suo collaboratore. La brillante operazione dei carabinieri, partita già l’anno scorso da alcune segnalazioni, fa emergere un fenomeno tanto preoccupante quanto nuovo per lo Jesino.
Fonte Resto Del Carlino