Omicidio Ancona: la fidanzatina fine di un amore

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ANCONA – Non ne vuole più sapere di Antonio Tagliata. La 16enne in carcere per aver concorso nell’omicidio della madre Roberta Pierini e del tentato nei confronti del padre Fabio Giacconi, ha smesso di chiedere del fidanzato. Perché quel 7 novembre lui l’ha trascinata in un vero e proprio inferno, coinvolgendola nella mattanza dell’ultimo piano di via Crivelli 9. Dopo quindici giorni passati in un carcere minorile, la studentessa è provata, ma soprattutto ferita per le responsabilità che le ha addossato Antonio. Il 18enne boxeur, durante gli interrogatori, ha sempre sostenuto di essere stato spinto dalla ragazza ad aprire il fuoco contro i genitori. Davanti all’atteggiamento aggressivo del maresciallo Giacconi, lei gli avrebbe detto “spara, spara”.

Tutt’altra la versione della ragazzina che sarebbe rimasta impietrita davanti ai colpi esplosi dalla pistola. Nell’istituto di pena ha potuto avere accesso ai giornali e alla tv. E proprio dai media è venuta a conoscenza di tutto quello che il boxeur ha sostenuto contro di lei. Ora, per l’ex studentessa dell’Istvas è dura. Non prova rabbia verso il 18enne, ma non lo nomina più. Pensa a lui come al ragazzo che ha sparato contro i genitori e non più come al suo fidanzato. «In questo momento sta sentendo soprattutto la mancanza del padre e della madre» ha detto il suo legale Paolo Sfrappini. «Sta soffrendo in quanto figlia» e non come una fidanzatina tradita da quello che pensava fosse l’amore della sua vita. A mitigarle la permanenza in carcere, la foto di mamma Roberta e papà Fabio. Gilela hanno consegnata gli zii paterni e materni che le hanno fatto visita lo scorso sabato, il giorno prima del suo sedicesimo compleanno. (Il Messaggero Ancona)

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