E’ comparso stamani davanti al Tribunale del Riesame ad Ancona Antonio Tagliata, il diciottenne reo confesso dell’omicidio della madre della fidanzata sedicenne e del ferimento del padre di lei, in concorso con la ragazza. ”Sappiamo che sei buono, stai tranquillo!”, gli ha gridato una zia nel cortile del palazzo di giustizia, dove ad attendere il furgone della polizia penitenziaria era presente anche il padre del ragazzo, Carlo Tagliata. Il difensore, l’avv. Luca Bartolini, ha chiesto la scarcerazione di Antonio, detenuto a Camerino, o in subordine gli arresti domiciliari. Al ragazzo, accusato di omicidio volontario aggravato, tentato omicidio e porto abusivo d’arma, vengono attribuiti i pericoli di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove, ma il difensore sostiene che tutti gli elementi di indagine sono già in mano alla procura. La motivazione del delitto inoltre (l’opposizione di Roberta Pierini e del marito Fabio Giacconi alla relazione della figlia con Tagliata) è ”estremamente specifica e circoscritta”, dunque non c’è alcun rischio che il diciottenne torni ad uccidere. Il pm Andrea Laurino ha chiesto la conferma della custodia in carcere. L’udienza è durata mezz’ora, e il Riesame, presieduto da Alberto Pallucchini, si è riservato la decisione.
Si sono invece rivolti alla Cassazione, con un ricorso per motivi di legittimità contro il provvedimento restrittivo, i difensori della fidanzata sedicenne di Antonio, gli avv. Paolo Sfrappini e Augusto La Morgia. Nel frattempo, gli investigatori hanno raccolto la testimonianza di una persona che il 7 novembre scorso si trovava in via Crivelli, il luogo della sparatoria, e ha visto i due fidanzati subito prima e subito dopo l’omicidio. ”I ragazzi arrivano, parlottano sotto casa, e poi salgono nell’appartamento dei genitori di lei”, al numero 9. Il testimone ha sentito anche sette colpi d’arma da fuoco (otto quelli esplosi) rimbombare all’esterno. Dal momento in cui ha visto salire le scale i due ragazzi a quando li ha visti ridiscendere, sono trascorsi ”cinque minuti in tutto”. Antonio e la fidanzata sarebbero poi andati via a passo veloce, ma ”senza correre”. A chiamare i soccorsi furono poi i vicini di casa, ma per Roberta Pierini non c’era più niente da fare.
E’ stato ritrovato in un parco fra via Tiziano e via Buonarroti il telefonino di Antonio Tagliata, il ragazzo di 18 anni accusato di aver ucciso la madre della fidanzata sedicenne e ferito gravemente il padre di lei. Antonio si era disfatto del cellulare durante la fuga. L’apparecchio, completo di batteria ma privo di sim, verrà sottoposto a perizia dall’ing. Giuseppe Dezzani, lo stesso esperto informatico incaricato degli accertamenti sul telefonino e i pc della sedicenne. La ragazza è indagata con Tagliata per l’assassinio della madre, Roberta Pierini, e per il tentato omicidio del padre, Fabio Giacconi, ricoverato in condizioni disperate in ospedale. I due adulti erano ‘colpevoli’ di ostacolare la loro relazione. Dezzani svolgerà il suo incarico come atto irripetibile. Consulente di parte per la difesa della minore è l’analista forense Luca Russo.
Gli altri accertamenti tecnici (sul giubbotto di Tagliata e sull’arma) verranno condotti dai Ris di Roma. La procura valuta anche una perizia calligrafica sui tre biglietti lasciati da Antonio a casa sua: in uno il giovane chiede scusa e preannuncia che si toglierà la vita, nel secondo confessa l’omicidio dei Giacconi, nel terzo si smentisce e scrive che dopo l’omicidio scapperà. (Fonte: Ansa)