Omicidio Ancona, Tagliata scapperò o mi ucciderò

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«Tenterò di scappare. Nell’altra lettera c’è scritto che mi ucciderò ma non è vero». E’ una delle frasi che Antonio Tagliata ha affidato a tre fogli di quadernone a quadretti, ritrovati in casa dal padre Carlo che li ha subito consegnati ai carabinieri. Se nel primo foglio il 18enne spiega l’intento di uccidere i genitori della fidanzatina e nel secondo chiede perdono ai suoi familiari anche per l’intenzione di togliersi la vita, nel terzo emerge tutt’altra intenzione: quella di vivere da latitante.

Resta da chiedersi se anche il terzo foglio fosse destinato agli inquirenti, oppure se fosse riservato solo ai genitori. Quello che colpisce è il fatto che tutti e tre siano stati scritti in stampatello, circostanza questa che rende più difficile, anche a un esperto grafologo, capire se i messaggi siano stati vergati sotto il condizionamento di una terza persona.

Se poi la lettera è stata scritta prima del delitto, resta più difficile credere che Antonio non avesse intenzione di uccidere, che fosse andato nella casa di via Crivelli solo per chiarire con i genitori della sua fidanzatina e che abbia agito perché istigato da lei, che gli avrebbe detto «Spara! Spara!». Difficile da interpretare, poi, la dichiarazione che i genitori della sedicenne, nell’ottobre scorso, avrebbero firmato per consentire alla giovane di trascorrere tre settimane a casa di Antonio e i suoi genitori: secondo il padre Carlo Tagliata, Roberta Pierini e Fabio Giacconi avevano siglato una liberatoria con la quale si dicevano d’accordo a che la figlia vivesse in casa Tagliata, in realtà nel documento Roberta e Fabio prendono semplicemente atto della relazione sentimentale tra i due ragazzi. (Tratto da Il Resto del Carlino)

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