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Nuovo lutto per la Chiesa diocesana di Ancona-Osimo. Si è spento nel primo pomeriggio di ieri don Giuseppe Cappanera, sacerdote e parroco che ha legato la sua attività pastorale a dei quartieri popolari di Ancona come Le Grazie, Tavernelle e Pinocchio. Don Giuseppe, per tutti, don Peppe, era nato a Polverigi il 3 giugno del 1938 ed era stato ordinato sacerdote il 15 agosto del 1960.

Aveva iniziato la sua attività nella parrocchia delle Grazie come viceparroco, poi nel 1970 era passato nell’allora costituenda parrocchia del Pozzetto, a Tavernelle, un quartiere che ha contribuito a far crescere e sviluppare anche dal punto di vista umano e sociale, oltre che spirituale. Nel 1981 era stato nominato parroco di San Michele Arcangelo al Pinocchio, dove ha continuato a lavorare con il consueto slancio diventando anche in questo caso un amico ed un confidente di tutti. Prima di approdare al Pinocchio era anche stato per un periodo cappellano del cimitero.

La sua scomparsa lascia un grande vuoto in tutte le persone e le comunità in cui ha prestato la sua opera di sacerdote e di uomo, proprio perché don Giuseppe era veramente una persona del popolo, amico di tutti. Lo ricorda con affetto don Giovanni Varagona. «Don Peppe – racconta - è stato il mio primo parroco a Tavernelle. Sono stato con lui 6 anni, dal 1985 al 1991, io ero stato appena nominato sacerdote ed ero il suo vice parroco. Per me - prosegue- è stato come un padre. Un punto di riferimento che mi ha accompagnato in quegli anni per me particolari».

«Quello che più mi ha colpito - continua don Giovanni - era la capacità di relazionarsi con la gente e di costituire subito un rapporto costruttivo. Una parrocchia, quella di Tavernelle, formata da persone che venivano da diverse parti, anche in seguito al terremoto, che lui aveva saputo unire in una vera e propria comunità, creando legami ancora oggi esistenti». Toccante il ricordo di un altro parrocchiano del tempo, Fabio Giambartomei. «Don Peppe era un vulcano, sempre positivo ed in mezzo alla gente ed ai giovani. Con lui il quartiere è cresciuto tantissimo come comunità. Quando arrivò c’era da costruire tutto. La chiesa era in un garage al Verbena, poi si adoperò per costruire quella attuale e la casa parrocchiale. Poi arrivarono il pallone geodetico, la Festa della primavera (che facciamo anche oggi dopo43anni) ed altre iniziative sociale e ricreative, come il Circolo Anspi. Aveva- conclude -la capacità di entrare in sinergia con la gente. Alla mano, disponibile con tutti». I funerali oggi pomeriggio alle 15 nella chiesa del Pinocchio, dove è allestita la camera ardente. (CORRIERE ADRIATICO)

 

 

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