Continua a essere attentamente monitorato nelle Marche il rischio di valanghe o slavine ma al momento, fa sapere la Protezione civile, ci sono solo piccoli fronti che si staccano lungo le scarpate e bisogna fare molta attenzione alla viabilità.Per quanto riguarda le dighe, erano già state ‘attenzionate’ a seguito del terremoto dal Servizio del ministero delle Infrastrutture che ha competenza in materia e dagli enti gestori. I livelli degli invasi erano già stati abbassati per le verifiche sismiche e si sono mantenuti bassi.
Continuano intanto, soprattutto nell’Ascolano, gli interventi di vigili del fuoco, carabinieri forestali, esercito e soccorso alpino per prestare soccorso a famiglie e persone rimaste isolate a causa della neve nelle frazioni, che peraltro sono state tutte raggiunte. Diverse strade, però, devono essere ancora liberate. Continui gli interventi per togliere la neve dai tetti ed evitare crolli.L’allarme dighe “è ingiustificato”. Lo afferma con forza il presidente del Consorzio di Bonifica delle Marche, Claudio Netti, a proposito dell’allarme scattato per le possibili conseguenze dello scioglimento delle nevi sugli invasi. “Le dighe – ricorda Netti – sono costantemente sotto controllo del ministero e degli enti gestori. Abbiamo un disciplinare da rispettare, non c’è nessuna struttura che venga monitorata così costantemente come una diga”. Per Netti non c’è dunque “alcun pericolo per le nostre dighe”, non ci sono problemi strutturali e le verifiche sono costanti, anche a seguito del terremoto. “Chi ha il suo dovere – aggiunge – non ha paura”. Il Consorzio di bonifica delle Marche ne gestisce 5, le più grandi della regione, con 65 milioni di accumulo acque. L’Enel ne gestisce otto, per 40 milioni di accumulo.“Mi assumo la responsabilità di riaprire domani le scuole di Ascoli Piceno perché sono nelle condizioni in cui erano prima del terremoto del 24 agosto. Alla luce dell’allarme della Commissione Grandi Rischi, ho però scritto al presidente del consiglio Gentiloni, al ministro Fedeli, a Errani e Curcio chiedendo loro di dirmi se la mia decisione è amministrativamente corretta o se, in assenza dei certificati di vulnerabilità che non abbiamo per nessun edificio scolastico, come del resto praticamente in tutta Italia, devo tenerle chiuse e dichiarare finito anche l’anno scolastico”. Così il sindaco Guido Castelli. ”Scaricare sui sindaci responsabilità che è impossibile sostenere è il sintomo di un Paese malato” dice il sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola. ”Ho fatto quello che posso fare: ho disposto che in tutte le scuole di ogni ordine e grado e in tutti gli uffici pubblici si effettuino prove di evacuazione ogni settimana. Non posso certo rafforzare le strutture”.
Fonte EtvMarche