Stuprata più volte dall'ex amante marocchino, che riprese anche una delle violenze con il telefonino per ricattarla; poi perseguitata dall'uomo che la minacciava di morte e di sfregiarla con l'acido perché lei voleva lasciarlo.Vittima di queste angherie una 30enne senigalliese, sposata e madre di famiglia, tra aprile e agosto del 2015 quando il suo presunto aguzzino, un 26enne senza fissa dimora, venne arrestato. Ora l'uomo, nel frattempo scarcerato, è accusato di violenza sessuale aggravata e stalking.
I procedimenti a suo carico ad Ancona verranno riuniti il 14 febbraio dal Gup Paola Moscaroli. L'imputato respinge le accuse, sostenendo di non aver perseguitato la donna e che i loro rapporti erano stati consenzienti. Tra l'imputato e la parte offesa c'era stata una relazione sentimentale. Dopo alcuni incontri, però, l'uomo avrebbe iniziato ad avere un comportamento ossessivo nei confronti della 30enne, pretendendo che lei lasciasse il marito e lo compiacesse in tutte le sue richieste sessuali. In due occasioni, il 5 e il 15 maggio del 2015, il marocchino l'avrebbe stuprata. Nel primo caso, mentre erano appartati, il 26enne azionò una telecamera per riprendere le loro effusioni: quando lei gli chiese di smetterla, sarebbe stata picchiata a schiaffi e pugni e costretta a subire un rapporto sessuale completo dietro la minaccia di non farla più tornare a casa e di fare del male anche a sua figlia. Una settimana dopo, quando lei chiese via sms di cancellare il video, lui l'avrebbe attirata in trappola, fingendo di volerla accontentare, e l'avrebbe violentata di nuovo, stordendola anche con una pillola. Dopo questi episodi, l'imputato avrebbe continuato a perseguitarla con minacce telefoniche e messaggi su Facebook, minacciando di diffondere i filmati hard e di riferire ai suoi amici ciò che era accaduto, se lo avesse lasciato.
Fonte Corriere Adriatico