Il dirigente regionale dell'istituto: "Avrà tutti i suoi soldi, l’abbiamo preso a cuore". La vicenda ha fatto sorridere per non piangere lo stesso protagonista, che dato per morto a causa di uno scambio di codici fiscali ha dovuto dimostrare di essere vivo e vegeto attraverso un ‘certificato di esistenza in vita’. All’Inps, però, hanno preso molto sul serio il caso di Mario Pastori, l’80enne jesino cui l’istituto previdenziale ha bloccato la pensione, proprio per un errore nella comunicazione del decesso. Alessandro Tombolini, direttore regionale dell’Inps dal primo febbraio scorso, assicura che Pastori non resterà senza pensione: per marzo e aprile sarà adottata una procedura straordinaria, ma a partire da maggio sarà ripristinata la vecchia posizione previdenziale.
Tombolini ha seguito personalmente la vicenda e nel suo computer ha conservato in memoria i video dei servizi giornalistici che i telegiornali nazionali hanno dedicato alla storia dello jesino morto per omonimia: anche il direttore si lascia sfuggire un sorriso nel guardare le interviste, dove Pastori ironizza sul suo decesso, ma garantisce che il caso, unico nelle Marche, è stato trattato con la massima celerità, per fare in modo che l’80enne non subisse alcun danno economico.Dottor Tombolini, come mai il Mario Pastori ancora in vita è stato dato per morto dall’Inps? «L’errore non è stato dell’istituto previdenziale, ma del medico che ha compilato il certificato di morte del Mario Pastori deceduto: ha fornito i dati anagrafici corretti, ma ha indicato il codice fiscale dell’omonimo che invece è vivo. E’ il codice fiscale che viene inserito nella nostra banca dati, così l’Inps ha registrato come morto il Mario Pastori ancora in vita».Il decesso frutto del malinteso è avvenuto a gennaio, perché allora l’Inps ha pagato la pensione di febbraio? «Perché Pastori, appena si è reso conto dell’errore, si è rivolto agli uffici Inps di Jesi, dove una nostra dipendente lo conosce e ha potuto accertare che la registrazione del decesso era avvenuta per uno scambio di persona. L’istituto previdenziale aveva già inviato una richiesta di restituzione della pensione di febbraio, ma la richiesta è stata annullata dopo la segnalazione dell’interessato». Avete già risolto l’impasse in via definitiva? «Per il momento abbiamo adottato una soluzione provvisoria: la mensilità di marzo e quella di aprile saranno versate regolarmente, ma grazie a una procedura straordinaria, come se Mario Pastori andasse in pensione di nuovo. Per il mese di maggio, invece, sarà tornato tutto regolare e la posizione previdenziale del signor Pastori sarà ripristinata». Non ci saranno interruzioni nell’erogazione della pensione? «No. Abbiamo preso a cuore questa vicenda e abbiamo fatto in modo che il signor Pastori non debba subire alcun nocumento economico per l’errore, che non è attribuibile a lui. Anche la spesa per le marche da bollo che ha dovuto sostenere si riferisce a pratiche con altri istituti, non con l’Inps. Noi gli abbiamo chiesto soltanto una fotocopia della sua carta d’identità». Sono mai accaduti casi simili nelle Marche? «Nella nostra regione non mi risulta che siano sorti disguidi per decessi attribuiti erroneamente. Casi come quelli del signore jesino, però, sono accaduti in passato in altre città d’Italia».
Fonte Resto Del Carlino