La versione del legale di Valerio Andreucci, accusato dell'omicidio, non corrisponde a quella degli inquirenti secondo i quali il 23enne di Ascoli era lucido. Si attende l'autopsia sul corpo della vittima.Continuano le indagini sull'efferato omicidio del veterinario 53enne di Macerata, Olindo Pinciaroli, ucciso a coltellate e trovato morto a Osimo, lungo la strada Chiaravallese.
Domani il medico legale Adriano Tagliabracci, incaricato dal pm Marco Pucilli, effettuerà l'autopsia sul corpo della vittima mentre il gip Carlo Cimini sentirà il fermato, Valerio Andreucci, 23 anni, fantino e ragazzo di scuderia che era con il veterinario al momento dell'omicidio ed è accusato di averlo accoltellato.L'autopsia dovrà stabilire quali delle numerose ferite da arma da taglio inferte alla vittima, soprattutto al torace e alla gola, ne abbiano provocato la morte. Inoltre, a breve, saranno disposti accertamenti tecnici sull'arma, un grosso coltello con le impronte del fantino, simile a una lama da cucina ma anche a un coltello per pulire gli zoccoli dei cavalli. Sono in corso, poi, le analisi sui telefonini del medico e dell'assassino e si sta anche cercando di inventariare cosa c'era all'interno dell'ambulanza veterinaria a bordo della quale stavano viaggiando Pinciaroli e Andreucci e se manca qualcosa (non il denaro che è stato ritrovato addosso al morto).Andreucci domani dovrà comparire per l'interrogatorio di garanzia davanti al gip ma intanto il suo legale parla di un giovane "tuttora in stato confusionale, incapace di fare un discorso lineare", immemore di quanto accaduto domenica, forse perché sotto l'effetto di sostanze che potrebbero avere alterato il suo stato mentale. In realtà questa descrizione non corrisponde all'impressione riportata dagli inquirenti durante l'interrogatorio di ben 12 ore cui il fantino è stato sottoposto a poche ore dal delitto: Andreucci è apparso lucido, anche se la sua versione di una fantomatica aggressione a scopo di rapina da parte di quattro sconosciuti è stata presto smentita dai riscontri delle indagini sul campo.Per capire meglio cosa possa aver scatenato tanta furia sul veterinario i carabinieri continuano a raccogliere testimonianze ed elementi che aiutino a individuare il movente della furia omicida, non ancora chiarito. Se, stando a familiari e conoscenti, fra Pinciaroli e il suo assistente non c'erano forti dissapori, è anche vero che la violenza dell'aggressione farebbe pensare a motivi di contrasto profondi, a una vendetta, o magari al timore che il veterinario potesse raccontare o denunciare qualcosa.
Fonte Resto Del Carlino