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L’amica del cuore in realtà non esisteva. Dietro quel profilo femminile c’era un uomo adulto che aveva attirato nella sua rete una ragazzina, fingendosi donna per entrare meglio in confidenza con lei. I due hanno chattato per parecchi mesi tanto che la studentessa 16enne era convinta di parlare con un’amica. Si confidava con lei, raccontando anche dettagli privati della sua giovanissima vita perché dall’altra parte, oltre lo schermo, giungevano domande di ogni genere anche intime ed imbarazzanti.

Il rapporto si è intensificato, senza mai richieste esplicite a sfondo sessuale, del resto la 16enne ha creduto fino al giorno dell’incontro di chattare con una donna. E’ poi arrivato il momento di uscire alla scoperto.«Vieni a Pescara, abito qui». Lei era pronta a partire. A quel punto il signore ha svelato di non essere la donna ritratta nella foto del profilo Facebook e che nemmeno il nome era vero. Per la minore però nessun problema. Avrebbe dovuto capire di essere stata raggirata, invece no. Troppa confidenza ormai li univa e voleva a tutti i costi conoscerlo. A scongiurare il peggio e salvarla, prima che fosse troppo tardi, è stato il Consultorio famigliare.La vicenda è durata mesi e ancora non è conclusa del tutto perché la polizia postale, a cui è stato segnalato il caso, sta indagando per rintracciare il sospetto pedofilo. Involontariamente è stata proprio la 16enne a chiedere aiuto ma per altri motivi. In una scuola del Campus scolastico c’è infatti uno sportello del consultorio dedicato ai ragazzi, dove possono affidarsi ad esperti e raccontare loro dubbi e insicurezze. Così è stato per lei.Si è rivolta allo sportello sfogandosi per i tipici problemi adolescenziali, irrisori e per nulla preoccupanti, ma nel parlare è emerso un dettaglio che ha messo in allerta l’esperto: l’amica del cuore. Non la compagna di banco, la persona con cui fare i compiti, condividere le giornate, fare merenda insieme e confidare il primo amore. Nulla di tutto questo. La sua inseparabile amica non l’aveva mai vista di persona. Era una signora, più grande di lei, con cui tutti i giorni si sentiva. Il messaggio della mattina per augurarsi buongiorno, poi al rientro dalla scuola subito in chat per raccontare come era andata la giornata. Il pomeriggio dopo aver fatto i compiti non usciva con amici veri. Restava lì davanti al computer a parlare con una persona estranea di cui ignorava tutto. A questo individuo aveva aperto il suo cuore. Riferiva ogni dettaglio. La sera chattavano fino a tarda notte. «Mi raccomando non dire a nessuno che parli con me, deve essere un segreto» si era raccomandato il pedofilo. Invece lei, in buona fede, si è fatta sfuggire la sua esistenza e da lì è scattato il difficile lavoro del Consultorio familiare.La 16enne si era completamente isolata dal mondo, non parlava più nemmeno con i genitori. Adescata su Facebook, era ormai assoggettata a questa persona tanto da volerla vedere a tutti i costi pur di fronte all’evidenza che lui, appreso che era un uomo, non era la donna per cui si era spacciato per mesi. Insomma l’aveva presa in giro, gli aveva carpito confidenze intime, ma a lei sembrava non importare. Se il Consultorio ha salvato la minore, lei ha fatto altrettanto con l’uomo conosciuto su Facebook che voleva passare del tempo insieme. «Ho sbagliato perdonami, ho raccontato di te ad alcune persone». Poche parole sono bastate per farlo sparire, chiudendo il profilo in tutta fretta e rendendosi irreperibile.
Fonte Corriere Adriatico

 

 

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