Ammessi solo i mezzi che arrivano a 12 tonnellate, bocciato il ricorso.Il limite di 12 tonnellate sul ponte 166 non deve essere sforato e quindi i cartelli indicanti il limite di carico per i mezzi con portata superiore a quel numero apposti da Autostrade per l’Italia erano legittimi.Il giudice del tribunale di Ancona, con un provvedimento emanato martedì, ha rigettato il ricorso promosso nei confronti di Autostrade da Sandro Baldini della «Conero frantumazioni srl». Su quel ponte sull’A14, strada di accesso alla ditta lungo la Direttissima del Conero a Camerano, il peso consentito è passato da 72 a 12 tonnellate.
La ditta ovviamente utilizza camion di tonnellate superiori al divieto e per questo ha denunciato che tale limite decreterebbe la sospensione dei lavori della «Baldini».Nell’inerzia dei soggetti ai quali Autostrade per l’Italia spa aveva sollecitato più volte l’apposizione dei segnali – si legge nel documento -, l’intervento dell’ente autostradale quale proprietario del cavalcavia non solo era legittimo ma doveroso, stante l’urgenza di scongiurare pericoli per la pubblica incolumità legati al transito sul cavalcavia di autocarri con portata superiore a 12 tonnellate». Adeguato allo scopo quindi, secondo quanto disposto dal giudice, anche il posizionamento da parte di Autostrade dei manufatti di cemento per impedire il passaggio dei soli mezzi pesanti.Nel provvedimento in pratica sono state condivise le valutazioni del consulente tecnico nominato dal tribunale, che ha confermato il limite di 12 tonnellate da applicare al cavalcavia quale ponte di seconda categoria, ritenendo inutili oltre che pericolose e dannose per la struttura le esecuzioni di prove di carico ulteriori: «Soprattutto – continua - se eseguite con carichi maggiori di quelli progettuali come preteso dai ricorrenti».Sulle richieste di Baldini di appurare una presunta portata del ponte superiore a quella di progetto, il giudice non ha accettato il fatto che, prima del giudizio, lo stesso ha fatto eseguire prove di carico per mano di propri tecnici. La ditta dovrà provvedere anche alle spese processuali. Con lo stesso provvedimento è stato accolto anche il ricorso per danno temuto promosso da Autostrade contro l’eventuale pericolo derivante dall’uso del ponte da parte della ditta in violazione delle prescrizioni vigenti.Il giudice ha preso poi in considerazione le lamentele di Baldini sul fatto che l’apposizione dei segnali di limite di carico, impedendo il passaggio dei mezzi pesanti, avrebbe compresso l’attività economica dell’azienda con conseguenti provvedimenti di licenziamento a carico dei dipendenti. A conclusione però ha scritto che la ditta non ha allegato alcuna prova idonea a dimostrare il collegamento tra l’apposizione dei segnali di transito e l’impossibilità di continuare a svolgere l’attività di impresa da cui deriverebbe una possibile lesione dei diritti dei lavoratori. Non ci sarebbe insomma alcuna connessione, stando alle carte, tra i cartelli e la futura cessazione dell’attività.
Fonte Resto Del Carlino